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Il Cinquecento a Ferrara

Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso


  • Silvana
  • Expo: 12/10/2024 - 06/02/2025, Palazzo dei Diamanti, Ferrara
  • by Pietro Di Natale, Vittorio Sgarbi, Michele Danieli
Il volume ripercorre le vicende artistiche del primo Cinquecento a Ferrara, dagli anni del passaggio di consegne dal duca Ercole I d'Este al figlio Alfonso I (1505) fino alla scomparsa di quest'ultimo (1534), committente raffinato e di grandi ambizioni, capace di rinnovare gli spazi privati della corte come quelli pubblici della città. Queste pagine raccontano di una stagione incredibilmente ricca, dove l'antico e il moderno, il sacro e il profano, la storia e la fiaba si fondono in un mondo figurativo.

ISBN 9788836659678 | IT | PB+
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Publisher Silvana
ISBN 9788836659678
Author(s) by Pietro Di Natale, Vittorio Sgarbi, Michele Danieli
Publication date October 2024
Edition Paperback with flaps
Dimensions 280 x 230 mm
Illustrations 195 col.ill.
Pages 384
Language(s) Italian ed.
Exhibition Palazzo dei Diamanti, Ferrara
Description

Il volume ripercorre le vicende artistiche del primo Cinquecento a Ferrara, dagli anni del passaggio di consegne dal duca Ercole I d'Este al figlio Alfonso I (1505) fino alla scomparsa di quest'ultimo (1534), committente raffinato e di grandi ambizioni, capace di rinnovare gli spazi privati della corte come quelli pubblici della città.

Il tramonto della generazione di Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti pone Ferrara di fronte alla difficile sfida di un ricambio di alto livello. All'inizio del nuovo secolo si sviluppa una nuova scuola, più aperta agli scambi con altri centri, che ha come protagonisti quattro maestri: Ludovico Mazzolino, pittore dall'estro bizzarro che orienta il suo linguaggio in senso anticlassico; Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano, sempre caratterizzato invece da un naturalismo convinto e sincero; Benvenuto Tisi detto Garofalo, il principale interprete locale della maniera di Raffaello; e Giovanni Luteri detto Dosso, che sviluppa uno stile originale, colto e divertito, influenzato tanto da Giorgione e Tiziano quanto dalla Roma di Michelangelo.

Queste pagine raccontano di una stagione incredibilmente ricca, dove l'antico e il moderno, il sacro e il profano, la storia e la fiaba si fondono in un mondo figurativo che può definirsi, in una parola, ferrarese.